La prima visita ortopedica per il mio bambino… quando?

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Quando è consigliabile la prima visita ortopedica?

La prima valutazione del bambino avviene nella fase immediatamente post-natale da parte del pediatra-neonatologo, che è assolutamente in grado di valutare correttamente il neonato e la sua storia.
Ove ci fosse bisogno, il pediatra può inviare il neonato a visita ortopedica neonatale, associando eventualmente a questa accertamenti diagnostici, quale per esempio l’ecografia dell’anca nel dubbio di una displasia, sebbene, nella fattispecie, tale esame sia ormai eseguito di norma entro i 3 mesi. 
In questa fase, risulta particolarmente importante sia l’anamnesi familiare (la presenza o meno di patologie ortopediche nei genitori) sia l’anamnesi patologica prossima (il tipo di gravidanza, la modalità del parto, i primi momenti di vita del piccolo). 
Dopo la fase perinatale, una prima valutazione ortopedica può essere indicata dopo l’inizio della deambulazione.

Prima infanzia

Durante la prima infanzia sono da valutare l’eventuale presenza di:

  • deformità nella forma del piede
  • l’allineamento degli arti inferiori e superiori
  • la corretta postura della colonna vertebrale.

La presenza di un piede piatto non è solitamente evidenziata prima dei 4-5 anni, risultando un appoggio in piatto, fino a questa età, una condizione sostanzialmente fisiologica. 
Se il piattismo persiste dopo i 4-5 anni con un’associata alterazione dell’asse calcaneare, l’indicazione ad una valutazione specialistica ortopedica è consigliata.

I consigli dell’ortopedico pediatrico

Il piede del bambino, nei limiti del possibile, deve essere lasciato senza calzatura il più possibile.
Non va dimenticato infatti, che esso è un importante terminale propriocettivo che non va privato del suo contatto diretto con il terreno e dello stimolo per quei muscoli, cosiddetti cavizzanti, che permettono un fisiologico sviluppo dell’appoggio plantigrado.

Ginocchia a parentesi

Il ginocchio varo (le cosiddette “ginocchia a parentesi”) è un’altra condizione da considerare
fisiologica nella primissima infanzia, che regredisce spontaneamente.
Se il varismo persiste, può avere un significato patologico, rappresentando talvolta anche la manifestazione di patologie gravi, per fortuna rare (Malattia di Blount, Rachitismo), in cui una valutazione specialistica ortopedica risulta d’obbligo.

Ginocchia ad X

Il ginocchio valgo (le cosiddette “ginocchia ad X”) è altrettanto fisiologico nella prima infanzia.
Anche questa è una condizione che fisiologicamente regredisce spontaneamente.
E’ successivo al ginocchio varo e si presenta solitamente intorno all’età scolare. Questo, così come il varismo, può associarsi ad un eccesso ponderale.

Cammino sulle punte

In questa fase della crescita, si possono inoltre evidenziare atteggiamenti di deambulazione a punte intraruotate o extraruotate, in questa fase del tutto fisiologici.

Età pre-puberale

In età pre-puberale la visita ortopedica dedica particolare attenzione all’esame del rachide, per escludere l’eventuale presenza di deviazioni sia sul piano frontale che su quello sagittale.
Le patologie caratteristiche di questa fase sono la scoliosi, la più frequente in assoluto e a maggior incidenza femminile, e il dorso curvo giovanile, a maggior incidenza maschile.
La scoliosi è una deviazione laterale del rachide che può determinare la comparsa di un gibbo (una salienza costale monolaterale dorsale e/o lombare, allorché il bambino si flette in avanti, a piedi uniti).
Si manifesta nella maggior parte dei casi proprio in questa fascia d’età, pre-puberale , particolarmente delicata, in cui il rischio che l’iniziale deformità vertebrale possa evolvere negativamente è particolarmente elevato.
Dall’età scolare, specie alle bambine, una valutazione annuale della colonna vertebrale è consigliata, specie in soggetti longilinei e/o con una familiarità positiva per scoliosi; infatti Il sesso femminile è più predisposto a questa patologia, ma non è detto che non possa interessare anche i maschi.
Un controllo specialistico in età pre-adolescenziale è consigliabile per tutti i ragazzi in questa fascia d’età.

Le indicazioni dell’ortopedico pediatrico

Il primo obbiettivo che ci si pone in fase pre-puberale è di bloccare l’evoluzione della patologia, semplicemente con lo sport, con terapie fisio – chinesiterapiche o con corsetti ortopedici, a seconda della gravità del quadro.
Il dorso curvo giovanile si manifesta con un atteggiamento a spalle curve e addome prominente, che a differenza della scoliosi è quasi sempre secondario ad un atteggiamento posturale.
Il problema delle “spalle curve”, di fatto, è spesso un atteggiamento posturale abbastanza tipico
dell’adolescente, che oggi si evidenzia più frequentemente anche per le “moderne” abitudini dei nostri ragazzi.
Infatti, una maggiore vita sedentaria e il molto tempo dedicato al computer, agli smartphone, inducono questi giovani ad assumere un atteggiamento in cifosi, spesso individuato dai genitori come un atteggiamento scorretto e antiestetico.
In questa fase si può parlare ancora di atteggiamenti che, come tali, sono suscettibili di correzione con l’autocontrollo ed ancor meglio con la pratica sportiva.
Anche in questi casi una valutazione ortopedica, così come l’eventuale esecuzione di approfondimenti diagnostici, risultano fortemente indicati per la diagnosi e una corretta definizione della patologia, per valutarne l’evoluzione e dare indicazioni sui trattamenti più idonei.

… e il piede piatto nell’adolescente?

Si tratta di una delle problematiche di più frequente osservazione negli ambulatori di ortopedia pediatrica, che nella maggioranza dei casi necessita solo di un adeguato follow-up e più raramente di trattamenti più impegnativi.
Sono pazienti questi, in cui i genitori, che sono spesso i nostri migliori osservatori, evidenziano uno “strano” modo di deambulare o di appoggiare il piede, la tendenza a deformare le scarpe o ad usurare la suola in maniera asimmetrica.
Di fatto, la maggioranza di questi pazienti ha effettivamente un piede piatto quasi sempre associato ad un’alterazione dell’asse calcaneare, risultando questa una condizione estremamente comune, che è però indicativa di patologia solo in una minoranza di casi.
L’elemento più significativo è il dolore, che può essere manifestazione di un appoggio plantigrado che non ha trovato un adeguato equilibrio biomeccanico, attraverso i fisiologici meccanismi di compensazione che si mettono in atto.
I plantari, con adeguate indicazioni, possono avere talvolta un ruolo nella gestione di tale problematica. Tuttavia, è bene precisarlo, il plantare non si pone nessun obbiettivo “correttivo” della deformità.
Quest’ultima può, se indicato, essere risolta in maniera definitiva solo con un intervento chirurgico.

Gli interventi terapeutici suggeriti dall’ortopedico possono essere vari e cambiano in funzione del quadro specifico, e vanno da approcci conservativi a quelli chirurgici.
La cosa fondamentale in questi casi è fare una diagnosi funzionale, entro una determinata fascia (12-13 anni di età).
Nel caso la sintomatologia dolorosa, soprattutto deambulatoria, sia confermata, i trattamenti chirurgici sono l’unica strada che porta ad una risoluzione, spesso definitiva, della deformità e della problematica (indicati già dai 9-10 anni di età).
Questi vanno da interventi di artrorisi sotto-astragalica (con viti riassorbibili e non), a osteotomie correttive. Il “peso” dell’intervento chirurgico può essere talvolta influenzato da una diagnosi tardiva.

Articolo redatto dal
Dr. Salvatore Di Giacinto
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Dirigente Medico – SOC Ortopedia e Traumatologia
Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer

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